Obiettori di (in)coscienza: il Consiglio dei Ministri intende impugnare la legge pro-aborto della Sicilia

L'Italia è stata ripetutamente condannata dal Comitato Europeo perché rende impossibile alle donne l'esercizio del diritto di abortire. Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge emanata dalla Regione Sicilia di assumere medici non obiettori di coscienza. Medici con la coscienza sporca? 



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Di un paio di giorni fa la notizia che il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge emanata dalla Regione Sicilia, che prevede l'assunzione di medici non obiettori per consentire alle donne di esercitare il loro diritto ad abortire. Una decisione "incredibile e gravissima", denuncia anche la CGIL

Nonostante il nostro Paese sia stato condannato più volte dal Comitato Europeo, il governo Meloni continua la sua crociata per impedire quello che, a tutti gli effetti, è il godimento di una legge, la famosa 194. Una donna che boicotta la libertà di altre donne, che va contro la Costituzione, che dovrebbe essere (il condizionale è d'obbligo) una testa del potere italiano. 

Ma l'ipocrisia dei medici obiettori, delle associazioni pro-vita e persino degli elettori di Destra, appare sempre più evidente a qualunque altro paese civile: si difende strenuamente il diritto alla vita di un agglomerato di cellule che ancora non è formato e autonomo, e poi si lasciano morire bambini in mezzo al mare, figli di migranti che si imbarcano anche da soli nella speranza di trovare una nuova casa che li accolga. Hanno fatto spallucce guardando la morte per fame di intere generazioni di bambini a Gaza ma, anche solo guardando fra le mura domestiche, sono quelli che promuovono la violenza a scopo educativo, i cosiddetti "ceffoni che non fanno male a nessuno", che "fanno crescere sani, rispettosi e educati" ma che, invece, li traumatizzerà per sempre. 

Per non parlare della salute delle donne che, a confronto di una nascita, è un'opzione e non la priorità: quale madre non sacrificherebbe volentieri la sua vita per darla a suo figlio? Quale madre oserebbe commettere questo omicidio? Sottili forme di manipolazione che hanno l'obiettivo di colpevolizzare una donna che decide di preferire se stessa. Perché non può considerare anche la sua vita sacra? 

Non è più sacra perché viene violentata, è andata a letto con molti uomini, ha una carriera a cui non vuole rinunciare, o si sente inadeguata come genitrice? Il suo corpo è considerato degno di rispetto solo se è in grado di assolvere alla sua funzione biologica? E chi per un qualsiasi motivo non può farlo, non viene considerata una donna? Quando bisogna scegliere tra la sopravvivenza di madre e bambino perché ci si aspetta che, improvvisamente, la donna scelga di immolarsi? Non ha diritto di pensare alla sua esistenza, magari solo per il fatto di avere altri figli? 

Ma le magagne di questi dottori così morigerati sono presto svelate: durante la mia militanza in gruppi femministi e CAV, ho scoperto che patteggiano volentieri i loro principi in cambio di soldi extra per aborti praticati nei loro studi privati. Questi, ormai, sono considerati privilegi, perché in un paese dove non c'è più diritto a una aborto libero e sicuro, aumentano esponenzialmente le pratiche clandestine. Quelle che una in passato erano eseguite dalle cosiddette mammane, con mezzi impropri, e che spesso decretavano la morte della paziente per infezioni o emorragie. A chiosa di questo ragionamento, una constatazione amara: anche la donna che genera, una volta, era stata una neonata da proteggere. 

Quante sono le contraddizioni da parte di chi si considera obiettore di coscienza ma, in realtà, una coscienza non l'ha mai avuta? 


Grazia 


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