Sono una donna, non sono una santa... FDI e la libertà di espressione (del sessismo)
Volete sapere l'ultima di Fratelli d'Italia? Vogliono il ripristino dei cartelloni pubblicitari con messaggi di dubbio gusto, che puntano sul richiamo sessuale per far presa sul pubblico. Per loro, si tratta di una limitazione della libertà di espressione, per noi donne e per La Zecca, invece, becero sessismo
"Sono una donna, non sono una santa... non tentarmi, non sono una santa!"
Prima che il mio raffinato sarcasmo si trasformi in battute dozzinali e volgarità da bettola, che non sono nel mio costume, vorrei mostrarvi uno degli incipit dei cartelli pubblicitari che Fratelli d'Italia vorrebbe ripristinare. Ebbene, in un momento storico così delicato, dove c'è bisogno di coesione nazionale, riformismo delle strutture culturali e svecchiamento del sistema legale, gli accoliti del partito a cui fa capo la nostra premier... pardon, il nostro premier, hanno pensato bene di rilanciare l'economia puntando sulla commedia sexy all'italiana. Che di sexy, a mio parere, non ha niente.
Nonostante una legge del 2021 avesse fatto espressamente divieto “sulle strade e sui veicoli” di “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali”. Sono stati due senatori, Lucio Malan e Salvo Pogliese, a chiedere l'abrogazione del divieto di pubblicizzare messaggi irrispettosi “dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica, oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.
E la toppa è ancora peggio del buco: per loro, si tratta di una limitazione della libertà di espressione, per noi donne e per La Zecca, invece, becero sessismo. Come se mercificare il corpo femminile, alla stregua di qualunque capitale che generi un introito, fosse un diritto inalienabile. Capitalismo e violenza di genere formano un sodalizio pericoloso, che viene normalizzato nella cultura delle battute triviali, attenzioni viscide non richieste e invalidazione della figura femminile, del suo ruolo sociale, della sua autodeterminazione, e della sua adeguatezza come persona.
Mi piacerebbe sapere che cosa dicono le donne di FDI: sono contente di vedere corpi nudi e frasi allusive in giro? Dov'è colei che gridava indemoniata alla folla: "Sono Giorgia! Sono una donna! Sono cristiana!"? Forse, è così abituata a impersonare la sua carica al maschile da aver contraddetto il suo stesso slogan? Non ha davvero niente da dire ai suoi colleghi che caldeggiano una trovata simile? E quando sua figlia crescerà, avrà diritto alla sua libera espressione?
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